Jeff Mills non ha bisogno di presentazioni, semplicemente è uno dei protagonisti della scena Techno degli ultimi 30 anni. Pioniere del genere e fondatore del leggendario collettivo “Underground Resistance”, Jeff reincarna la seconda ondata della Techno made in Detroit. Non esiste cultore del genere che non abbia assistito ad una sua performance e non abbia potuto apprezzare e adorare gli “schiaffi” della sua Roland TR-909. Personalmente vi posso assicurare che vederlo dietro la consolle a qualche metro muovere le dita ad una velocità impressionante su quella macchina è un’esperienza unica.
Durante la sua lunghissima e onorata carriera ha raccolto svariati affettuosi soprannomi tra i quali “The Wizard” o “l’Alieno” (ed io aggiungerei l’“Infallibile”) perché lui non ne sbaglia una, ogni suo show è una prova indelebile e indimenticabile della sua bravura ai piatti, della sua eleganza, del suo stile inconfondibile.
Tutti epiteti volti a raffigurare le sue straordinarie capacità nel produrre ARTE. Ebbene sì Arte perché l’Alieno non è solo uomo di musica ma è un artista la cui esperienza e cultura lo rende rappresentante di tutta quel movimento digital e visual più moderno, ricercato e raffinato. Non per altro il Ministro della Cultura francese lo ha nominato Chevalier des Arts et des Lettres (non so quanti fan di Mills siano a conoscenza di questa grande onorificenza).
Tutto questo la regista francese Jacqueline Caux lo sa bene avendo in passato intervistato più volte Mr. Jeff Mills. Proprio queste interviste, inserite a spezzoni come voci fuori campo e intervallate da video clip musicali dell’artista, compongono il film “Man from Tomorrow”. Il film ha un approccio volutamente non narrativo perché sono la musica e le immagini di Jeff che comunicano, che trasmettono al pubblico ed è compito del pubblico stesso interpretare i messaggi delle sue opere. Dal film emerge la chiara volontà di Jeff Mills di creare una musica thought-provoking e capace di parlare alla gente, non solo “utile” per ballare.
Il Mago rivela che durante i suoi viaggi, le sue performance, la sua vita artistica ha sempre dovuto interagire osservando la gente, “indagando” e analizzando gli umori dell’ambiente intorno a lui. In questo estratto lo spiega molto chiaramente: “I have to watch a lot, focus on mannerisms from a distance – it’s practically the same as when I’m DJing. I can’t go into the audience and speak to people, so I have to watch them. Over the years, I feel I’ve become very good at knowing when people want things, or determining when things should change – gestures, eyes, body movements, acutely developed over time”.
In “Man from Tomorrow” Jacqueline traspone una narrazione non lineare attraverso immagini e video in bianco e nero in luoghi non ben delineati che trasmettono la visione dell’artista sul futuro, sul divenire dell’uomo e su ciò che alimenta la sua musica.
Noi di Genau, assolutamente convinti della sua maestria, lo abbiamo apprezzato come protagonista dello stage Detroit allo scorso Movement Festival ’14, svoltosi ad Ottobre a Torino, quasi come ciliegina sulla torta di una programmazione già ad altissimi livelli. Le aspettative difatti sono state più che soddisfatte e personalmente posso dire che la sua performance come closing act del festival sarebbe valsa da sola l’intero costo del ticket.
Simone De Luca AKA Spicciafaccende